In un mondo, quello del Fitness, in cui tutti cercano originalità e novità, noi ci siamo accorti di remare in senso opposto. Guardare avanti è importante, certo, ma a volte pensiamo che il guardare “troppo” al futuro possa in un certo qual modo far perdere l’orientamento; è un po’ come se si trattasse di un tipo strano di vertigine che confonde e fa perdere il senso della realtà. Quasi quattro anni fa abbiamo scritto un articolo pubblicato sulla rivista Cultura Fisica “sfottendo” affettuosamente il mondo del “funzionale” (l’eventuale inconsapevole lettore può trovare l’articolo pubblicato sul sito www.fabrizioborghetti.it o www.alessandrasagratella.it col titolo di “functional, functional …eccome se functional!“).
L’articolo aveva il solo scopo di sorridere sul fatto che oramai, all’interno delle palestre e centri-fitness, qualsiasi cosa non codificata può essere catalogata come functional-training, sia che si tratti di fare sollevamento pesi sul bosu quanto tentare di fare calistenica con un peso corporeo superiore ai 100 kg oppure il fare trazioni alla sbarra in superset con 5 minuti di ballo caraibico.
Noi pensiamo che chiunque possa fare qualsiasi cosa, assumendosi poi la responsabilità di motivare l’anno successivo il passaggio ad una disciplina completamente diversa in quanto quella precedente ha perso di “smalto” o è passata di moda.
Noi, sfortunatamente per noi, ci sentiamo diversi. Ma nell’esserlo, ci sentiamo comuni ai pochi altri che – come noi – ritengono che solo la fatica e il sudore possano donare al corpo la forma che merita.
Non ci piacciono i balletti, non ci piacciono le coreografie, non ci piacciono i mezzucci o le colonne sonore che riducano il senso di fatica. A noi piace provare sulla pelle il senso di bruciore muscolare, il senso di affanno e la sensazione di raggiungere un limite prestativo che – solo in quel caso – manderà l’input al cervello di modificare un corpo rendendolo migliore di come appariva prima dell’allenamento.
Gran parte del nostro metodo ha in comune col funzionale ciò che ad un corpo umano può servire nella vita comune o nella pratica di uno sport. Può essere utile saper sollevare il proprio peso corporeo appesi ad una sbarra? Probabilmente sì. Può risultare utile potenziare i muscoli di spinta? Se dovessimo restare senza benzina e fossimo costretti a spingere un’auto sì. Può essere utile saper sollevare un carico staccandolo da terra in modo corretto e magari sollevarlo sopra la testa? Se avete mai fatto un trasloco sapete che è così. Quindi via libera a bench-press, deadlift, military press e back o front-squat.
Ora voi direte: tutto lì?
Apparentemente sì, le fondamenta di una abitazione sono la parte portante, e la parte basilare su cui si sorregge il nostro metodo sono proprio i 4 esercizi sopra elencati. Pochi, vecchi, scontati, superati e stravisti ma raramente analizzati nella loro interezza in quanto basilari per la costruzione di un corpo.
Su quelle fondamenta ci sono decine di piani diversi, tutti stabili e tutti concatenati come l’uso dei Kettlebell, l’uso della Bulgarian-bag, il corpo libero, il Ground Force Method e il lavoro con piccoli attrezzi.
Ogni metodo ha uno scopo, il centometrista ha come fine la velocità, il maratoneta la resistenza, il weight-lifter l’esplosività, il powerlifter la forza.
Ogni scopo ha un suo metodo, quindi, stabilito un obiettivo, saremo noi a costruire l’edificio necessario al suo raggiungimento modificando le componenti ma restando fermi su quelle stabili fondamenta che, nei secoli, hanno dato prova di fornire ciò che ci si aspettava da loro e che il paziente si aspetta da noi: SICUREZZA.